Consumi: previsioni di Natale incoraggianti. Ma incombe ancora l’incertezza degli italiani sul futuro
Milano, 6 dicembre 2021 – Valori in moderata crescita per i consumi generali come si apprende dai dati Istat sulle vendite al dettaglio di ottobre. Il commercio nel suo complesso registra un lieve incremento del +0,1% a livello congiunturale; positivo l’andamento del settore non alimentare che riscontra una crescita del +0,3% su base mensile, con maggiore evidenza nel dato tendenziale +6,4%, accorciando il ritardo rispetto ai valori pre-crisi. In rallentamento invece il comparto alimentare (-0,1% su base congiunturale).
«Entriamo in settimane cruciali per i consumi ed è alta l’aspettativa per un Natale vissuto nel segno di una “quasi normalità”, nonostante il timore per la risalita dei contagi, con un recupero importante delle vendite sul versante non alimentare dopo un anno vissuto a intermittenza – spiega Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Relazioni con la Filiera e Ufficio Studi di Federdistribuzione –. Per quanto riguarda l’alimentare si assisterà a un rallentamento rispetto ai valori dello scorso anno: un calo per certi versi atteso, considerato il rimbalzo di cui beneficerà il settore della ristorazione, rispetto alle festività del 2020 vissute, per via delle restrizioni, nella sola dimensione domestica».
«Permane tuttavia uno stato di preoccupazione negli italiani, come dimostra la recente ripresa della propensione al risparmio: va infatti considerato che alle incognite della pandemia si affiancano le incertezze dovute alla crescita dell’inflazione e agli effetti dei rincari delle materie prime nei bilanci familiari. Ed è su questo tema che rinnoviamo il nostro invito nei confronti delle istituzioni: il Governo sta facendo bene sul fronte dei rincari energetici, disponendo risorse per tutelare il potere d’acquisto. Riteniamo che dalle prime battute del prossimo anno la stessa strategia debba essere adottata sui beni di largo consumo: si devono limitare le pressioni sulle dinamiche dei prezzi per le famiglie italiane perché ciò comporterebbe una battuta d’arresto per la crescita economica», conclude Buttarelli.