Dall’etica alla pratica: la mission di FD e delle sue aziende contro lo spreco alimentare
Oltre 5,6 milioni di tonnellate di cibo in eccesso ogni anno delle quali meno del 10% viene recuperato attraverso donazioni alle persone bisognose. Il resto è spreco, che equivale al 15,4% del consumo alimentare degli Italiani, una quantità di cibo che basterebbe a sfamare tutte le persone in stato di povertà assoluta nel Paese. Questi i dati più eclatanti dello spreco alimentare in Italia, fotografato da uno studio del Politecnico di Milano. Numeri che impongono una riflessione che a sua volta deve attivare azioni concrete anche perché, tra i vari soggetti della filiera alimentare, in misura minore o maggiore, tutti hanno responsabilità.
Sempre secondo lo studio dell’ateneo milanese il grosso dello spreco, oltre il 43%, avviene entro le mura domestiche.Per questa ragione Federdistribuzione, insieme ai partner del progetto LIFE-Food.Waste.StandUp e con il coinvolgimento delle proprie aziende associate, ha organizzato nella giornata della lotta allo spreco alimentare del 5 febbraio una serie di iniziative, legate dal filo rosso dei social con l’hashtag #IoRecupero, volte a sensibilizzare il consumatore sul tema.
L’impegno della GDO e di Federdistribuzione non si limita alle celebrazioni. Non è un caso che, in occasione della giornata del 5 febbraio, il presidente Claudio Gradara abbia definito il tema dello spreco alimentare come di «grande attualità e sensibilità, un tema che le imprese associate a Federdistribuzione sono attive da tempo».
Sono infatti molteplici i fronti su cui le aziende lavorano per ridurre eccedenze e sprechi, partendo dalle relazioni con i fornitori per ottimizzare gli acquisti, rendendo più efficienti la supply chain e la logistica sfruttando al meglio le nuove tecnologie, approfondendo l’analisi della domanda dei consumatori e implementando attività commerciali per promuovere la vendita dei prodotti vicini a scadenza.
La distribuzione dona in media 65mila tonnellate di cibo l’anno, una quantità importante ma che potrebbe crescere se trovasse sostegno e incentivi dal fronte istituzionale. La Legge Gadda del 2016 ha dato un contributo in questa direzione introducendo significative semplificazioni, ma l’ulteriore snellimento di alcuni processi e il riconoscimento di un merito ai soggetti virtuosi potrebbe contribuire allo sviluppo delle donazioni.
Da questo punto di vista occorrerebbe che le amministrazioni comunali applicassero un sistema di sconti nella tariffa dei rifiuti per le realtà capaci di ridurre lo spreco incrementando le donazioni, così da contribuire ad aumentare gli aiuti alimentari verso i bisognosi, diminuire i rifiuti e tradurre il tutto in un minor costo per la collettività.