Fare leva sugli investimenti della DMO
Come far uscire il paese da queste sabbie mobili che lo avvolgono? È da mesi che denunciamo come questa debole crescita abbia i piedi d’argilla: nel 2015 è stata trainata dai consumi delle famiglie, che però sono stati selettivi nel loro sviluppo (auto sì ma abbigliamento no, alimentari solo nel periodo estivo ecc), con il rischio di veder improvvisamente interrotto questo fragile percorso.
E infatti così è accaduto: secondo l’istat dopo 3 trimestri di crescita, i consumi nei primi 3 mesi del 2016 si sono fermati. D’altra parte come si può pensare che in un clima di tale volatilità e incertezza sul futuro la gente possa coltivare una propensione al consumo? non per niente, dice l’istat, sta tornando a crescere il risparmio. L’alternativa ai consumi, come motore della crescita, sono gli investimenti, e su questo si stanno concentrando gli sforzi del Governo.
Ma un conto sono gli investimenti pubblici, che il Governo può decidere di attivare, altro sono quelli privati. per metterli in moto non bastano gli incentivi, occorre una prospettiva. Ma se la domanda interna langue e quella estera rallenta, perché un imprenditore dovrebbe tornare a investire? La strada del sostegno agli investimenti non può essere generica, ma deve essere finalizzata laddove le condizioni economiche ne consentano una ripresa e le ricadute siano sui territori, senza delocalizzazioni. La dmo, nonostante la crisi, investe 2,5/3 miliardi ogni anno, prevalentemente in ristrutturazioni. opportunamente stimolata potrebbe fare di più, rappresentando così un volano di sviluppo per il paese. proprio ciò di cui c’è bisogno in questo momento, anche se la sensazione è che ci sia un clima ostile nei nostri confronti.