Giornata della terra. Attenzione al territorio e utilizzo delle risorse: priorità per la DMO
Giornata mondiale della Terra
Attenzione al territorio e utilizzo intelligente delle risorse: due priorità per le imprese distributive
La giornata mondiale della terra deve essere un’occasione di ulteriore riflessione su come vogliamo costruire il futuro per noi e per i nostri figli.
I dirompenti fattori demografici come la crescita della popolazione mondiale (rispetto ai 7,5 miliardi attuali, saremo 9,8 miliardi nel 2050 e 11,2 miliardi nel 2100), il suo complessivo invecchiamento e l’urbanizzazione in atto, impongono un utilizzo accorto delle risorse del pianeta, necessariamente finite. Ciò deve affiancarsi alla progettazione di nuove modalità di vita e di consumo che siano sostenibili con questo scenario in veloce cambiamento, in ogni area del pianeta in base alle specifiche caratteristiche di popolazione e territorio.
La tutela dell’ambiente deve quindi essere una priorità per ogni comunità, grande o piccola che sia, e deve tradursi in atti concreti. Un processo che non può essere solo guidato dall’alto ma che deve permeare ogni singolo protagonista della società, sia esso un soggetto economico del settore primario, dell’industria o dei servizi o un singolo individuo (ad esempio, un più attento comportamento individuale potrebbe portare, secondo alcuni recenti studi, a una riduzione del consumo di energia tra il 5 e il 20%).
Il “tema energia” è prioritario per le imprese distributive, impegnate da tempo in un’azione di razionalizzazione dei consumi energetici e diversificazione delle fonti di approvvigionamento, per un fattore produttivo i cui costi incidono tra l’1 e il 2% del fatturato complessivo.
Il Bilancio di Sostenibilità di Settore di Federdistribuzione dà ragione di questi comportamenti: tra le aziende associate che hanno fornito i dati per il 2015 e il 2016, è stata rilevata una riduzione dell’8% del consumo di energia elettrica per metro quadro, con un aumento dell’8,3% di energia acquistata proveniente da fonti rinnovabili (arrivata nel 2016 al 65% del totale).
Ma la stessa attenzione è posta dalle imprese anche su altre attività e risorse, come il consumo di gas, di carta e di acqua, come le emissioni di CO2 o come la raccolta differenziata dei rifiuti e il loro smaltimento.
Il ragionamento sull’utilizzo delle risorse deve quindi essere complessivo, in un concetto di economia circolare che deve assumere sempre più rilevanza: un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, in cui le attività sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per altri. Questa transizione verso un’economia circolare offre l’occasione di dare un nuovo impulso alla competitività, mettendo al riparo le imprese dalla scarsità delle risorse e dalla volatilità dei prezzi e contribuendo a creare sia nuove opportunità commerciali sia modi di produzione e consumo innovativi e più efficienti. L’economia circolare risponde dunque ad una logica tanto ambientale quanto economica, essendo sostenibile e competitiva.
Per saperne di più vedi la terza edizione del Bilancio di Sostenibilità di Settore di Federdistribuzione http://www.federdistribuzionexlasostenibilita.it/docs/