Regole UE: sostenibilità nella governance aziendale
Il Green Deal europeo, volto a trasformare l’Europa nel primo continente a impatto climatico zero, e la comunicazione per una Europa sociale forte per una transizione giusta e inclusiva, sono alla base dell’impegno della Commissione europea per affrontare le sfide legate al clima e all’ambiente e per rafforzare il ruolo dell’Europa nel difendere i diritti sociali, anche fuori dai propri confini.
Per ottenere questi risultati, il coinvolgimento delle imprese europee è fondamentale. La Commissione, infatti, ritiene importante che la sostenibilità sia integrata in modo sistematico nella governance societaria “…molte imprese si concentrano ancora troppo sui risultati finanziari a breve termine a scapito dello sviluppo a lungo termine e degli aspetti connessi alla sostenibilità.”
Alcuni Paesi UE come la Francia o la Gran Bretagna si sono già dotati di strumenti normativi finalizzati a garantire l’obbligo di diligenza in modo trasversale su tutte le operazioni delle società, o in maniera più mirata su alcuni settori più a rischio. Obiettivo della Commissione è creare un quadro armonizzato delle regole e un level playing field per gli operatori. L’iniziativa sarà, inoltre, complementare alla revisione della direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (2014/95/UE), che impone alle imprese di interesse pubblico di grandi dimensioni di comunicare le proprie politiche sociali e ambientali.
L’esecutivo europeo sta, quindi, lavorando per presentare, nel secondo trimestre del 2021, una proposta normativa per un sistema di governance societario sostenibile, che preveda una due diligence obbligatoria per imprese e amministratori, al fine di garantire che gli interessi ambientali e sociali siano pienamente integrati nelle strategie aziendali a lungo termine e in tutta la catena di valore.
Il settore della distribuzione è favorevole alla definizione di un quadro normativo chiaro e armonizzato, avendo già da tempo intrapreso un percorso verso una sempre maggiore integrazione degli aspetti di sostenibilità ambientale e sociale nelle proprie attività.
A testimonianza dell’impegno delle aziende associate, Federdistribuzione, dal 2012 e con cadenza biennale, rendiconta in un report di settore le iniziative di sostenibilità delle imprese. L’ultimo bilancio evidenzia come si sia modificato in questi anni l’approccio alla sostenibilità, ormai un aspetto imprescindibile delle politiche aziendali, considerata da un lato come strumento per creare valore e apportare benefici al sistema sociale e ambientale, dall’altro come una importante leva di successo economico per la stessa azienda.
Federdistribuzione auspica, quindi, che la proposta normativa della Commissione venga presto presentata e confida che saprà valorizzare al meglio tutte le iniziative che le aziende hanno già messo in campo in chiave di sostenibilità, sia sociale, sia ambientale, prevedendo un regime di responsabilità proporzionale tra gli operatori delle filiere. Particolarmente importante anche la relazione con attori extra-UE. La Commissione dovrà riuscire a creare un sistema che non comprometta la competitività delle imprese europee. Le aziende saranno disposte a esporsi e impegnarsi, se non rischiano in termini di concorrenza e se sono protette da contenziosi immotivati ed eventuali abusi. Altro elemento importante è la definizione che sarà data al concetto di filiera, è infatti necessario che gli obblighi di due diligence siano estesi tanto quanto la capacità di una impresa di avere il controllo sui propri fornitori. Dovrebbe, inoltre, essere prevista la possibilità di diversi livelli di compliance, poiché i costi derivanti da processi di due diligence lungo la supply chain sono significativi e perdurano nel tempo, e di conseguenza non sono accessibili allo stesso modo per tutte le realtà aziendali. Resta, tuttavia, fondamentale l’inclusione delle PMI nell’ambito della proposta, in quanto partner essenziali di tutte le aziende ed elementi indispensabili per integrare, in profondità, la sostenibilità in tutta la filiera.