Vendite non alimentari in caduta verticale: prevediamo un calo del -30% a fine anno e tempi lunghi per un rientro alla normalità. Sono ora urgenti provvedimenti a sostegno di imprese e famiglie per contenere impatti su occupazione e investimenti
Milano, 5 giugno 2020 – I dati Istat sul commercio al dettaglio relativi al mese di aprile 2020 registrano un -26,3% rispetto ad aprile 2019 nelle vendite a valore. L’alimentare cresce del +6,1% mentre il non alimentare diminuisce del -52,2%.
“I dati relativi alle vendite al dettaglio del mese di aprile rispecchiano a pieno gli effetti del lockdown sul mondo del commercio, con un crollo verticale per il settore non alimentare, dovuto alla chiusura dei punti vendita – commenta Claudio Gradara, Presidente di Federdistribuzione –. Una tendenza negativa che impiegherà ancora molto tempo per invertire la sua rotta, considerando anche i segnali di queste prime settimane di riapertura che vedono i consumatori mostrare ancora preoccupazioni nel riprendere le consuete abitudini di acquisto. Stimiamo che a fine 2020 si potrà registrare un calo delle vendite del -30%, con inevitabili impatti su occupazione e investimenti”.“Sul fronte alimentare si registrano dati positivi come risultato del lockdown e della chiusura di bar, ristoranti e mercati – continua Gradara -. Tuttavia se gettiamo uno sguardo ai prossimi mesi dovremo confrontarci con un progressivo rientro alla normalità per quanto riguarda il consumo fuori casa e, soprattutto, una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie dovuta agli effetti dell’emergenza Covid-19 su occupazione e redditi che frenerà ulteriormente i consumi, anche dei beni alimentari”.“La seconda parte dell’anno sarà dunque fondamentale per impostare la ripresa e si palesa un bisogno urgente di misure rapide ed efficaci a supporto di famiglie e imprese. Deve essere sostenuta la capacità di investire delle imprese, di qualsiasi dimensione, compreso le medie e grandi spesso dimenticate ma indispensabili per trainare la crescita, e occorrono provvedimenti adeguati per mantenere i livelli occupazionali e garantire il potere d’acquisto delle famiglie”, conclude il Presidente di Federdistribuzione.